Relatività galileiana
L'inerzia e la relatività del moto. I sistemi di 
riferimento inerziali. L'idea newtoniana di tempo assoluto e 
spazio assoluto. Il sistema di riferimento delle stelle fisse.
La posizione di un punto materiale misurata in due sistemi di 
riferimento diversi, inerziali. Le leggi di trasformazione 
di Galileo per le coordinate spaziali e il tempo. L'invarianza
delle distanze. La composizione delle velocità. 
L'invarianza dell'accelerazione. L'invarianza delle leggi
della dinamica. Il principio di relatività in 
questa forma: sulla base di esperimenti di meccanica condotti
esclusivamente all'interno di un sistema di riferimento
inerziale è del tutto impossibile distinguere se quel 
sistema è in quiete o in moto rettilineo uniforme. 
Abbiamo visto alcuni esempi.  
Esercizio
Un treno si muove a velocità costante su un binario 
rettilineo. Ad un certo istante un cannoncino, posto sul 
treno, spara un proiettile verticalmente. Abbiamo calcolato
la traiettoria del proiettile nel sistema di riferimento 
solidale con il treno e nel sistema di riferimento solidale 
con la terra, trascurando effetti di attrito e di rotazione.
Esercizio
Una barca attraversa un fiume a velocità costante,
collegando due punti posti l'uno di fronte all'altro 
perpendicolarmente alla riva. Nota la velocità 
dell'acqua rispetto alla riva e il modulo della velocità
della barca rispetto all'acqua, abbiamo calcolato il 
tempo impiegato per la traversata. 
Esercizio
Un disco ruota in un piano a velocità angolare costante
e, contemporaneamente, trasla con velocità costante. 
Abbiamo scritto le equazioni orarie per il moto di un punto P
generico sul disco, a distanza R dal centro (equazioni 
parametriche del cicloide). Abbiamo calcolato la velocità
e l'accelerazione del punto P. Abbiamo tracciato la 
traiettoria (cicloide) nel caso particolare in cui la velocità 
di traslazione del centro del disco sia uguale alla velocità
di rotazione di P rispetto al centro stesso (condizione di
puro rotolamento). Abbiamo discusso qualitativamente la forma
del cicloide nel caso generale. 
Sistemi di riferimento accelerati
La seconda legge di Newton è valida in sistemi di riferimento
inerziali. Per poterla usare anche in sistemi di riferimento
accelerati occorre conoscere l'accelerazione di trascinamento 
del sistema rispetto ad un sistema inerziale; l'effetto dell'accelerazione
di trascinamento può essere tradotto in una forza fittizia 
da inserire nell'equazione del moto in aggiunta alle forze reali. 
Abbiamo trattato il caso di sistemi in moto rettilineo accelerato.
Abbiamo discusso l'esempio di esperimenti condotti in un 
ascensore (calcolo della tensione del filo di un pendolo in 
funzione dell'accelerazione dell'ascensore) incluso il caso limite 
della caduta libera ("assenza di gravità"). Abbiamo parlato
del principio di equivalenza: una accelerazione costante del sistema di 
riferimento in una certa direzione è equivalente ad un campo di 
gravità uniforme in direzione opposta.  Tale principio
è strettamente connesso all'eguaglianza della massa inerziale
e gravitazionale. 
Esercizio
Un vagone di un treno accelera su un binario rettilineo. Ad un 
certo istante una vite si stacca dal soffitto di un vagone. 
Abbiamo calcolato la traiettoria sia nel sistema di riferimento
inerziale solidale con i binari, sia nel sistema di riferimento
non inerziale, accelerato, solidale con il treno. 
Prodotto vettoriale
Definizione di prodotto scalare e di prodotto vettoriale di due
vettori. Prodotto vettoriale dei versori cartesiani. Prodotto 
vettoriale espresso in termini delle componenti dei vettori.
Prodotto vettoriale e rotazioni: il vettore velocità 
angolare. 
Sistemi di riferimento in rotazione
Un sistema di riferimento S' ruota rispetto ad un sistema 
inerziale S con velocità angolare costante. La velocità
di una particella che si muove nello spazio è  diversa
se misurata in S o in S'. La differenza viene dalla dipendenza
temporale dei versori di S' visti da S e può essere 
espressa come prodotto vettoriale della velocità angolare
omega per il vettore posizione r'. 
Forza di Coriolis e forza centrifuga
L'accelerazione di una particella misurata in un sistema inerziale 
differisce da quella misurata in un sistema in rotazione per due
termini, l'accelerazione di Coriolis e l'accelerazione centriguga.
Nota la velocità di rotazione del sistema non inerziale
rispetto a quello inerziale si può riscrivere la 
seconda legge di Newton (valida in quello inerziale) anche in 
termini delle quantità misurate nel sistema in rotazione.
Il prezzo che si paga è quello di dover aggiungere alle forze 
vere, dovute all'interazione della particella con gli altri corpi,
anche le due forze fittizie, quella di Coriolis e quella centrifuga. 
Esempi di forza centrifuga
Abbiamo cosiderato alcuni semplici esperimenti eseguiti su una
piattaforma rotante. Una massa viene fissata all'asse di rotazione
tramite una molla. La lunghezza della molla dipende dalla 
velocità angolare di rotazione della piattaforma. Nel 
sistema inerziale la relazione si ricava imponendo che la massa
esegua un moto circolare uniforme e che la molla eserciti una
forza tale da produrre l'accelerazione centripeta necessaria. 
Nel sistema in rotazione, invece, la massa è ferma e
l'equilibrio viene dal fatto che la molla produce una
forza uguale e contraria alla forza centrifuga.  Abbiamo poi
visto il caso analogo di un pendolo (o una giostra), in cui 
il filo a cui è appesa la massa forma un certo angolo 
rispetto alla verticale, angolo che dipende dalla velocità 
angolare di rotazione della piattaforma (o della giostra). 
Effetti della rotazione terreste
Una corpo fermo rispetto alla superficie terreste, 
se visto nel sistema solidale con la terra che ruota, è
soggetto alla forza peso che punta verso il centro della
terra e alla forza centrifuga che è perpendicolare 
all'asse di rotazione. La reazione vincolare necessaria a tenerlo
fermo, dunque, dovrà essere uguale e opposta alla somma
vettoriale delle prime due forze e, quindi, sara' diretta 
lungo una nuova "verticale" che non punta verso il centro della
terra.  La deviazione della "verticale" rispetto al raggio 
terrestre è nulla all'equatore e ai poli ed è 
massima a 45 gradi di latitudine.
Abbiamo discusso le conseguenze di questo fatto. Abbiamo 
visto che la terra ha la forma di un ellissoide di rotazione. 
Abbiamo anche visto che l'accelerazione di gravità 
misurata (con bilancie, pendoli, caduta libera, ecc.) cambia 
con la latitudine, essendo minima all'equatore e massima ai poli. 
 La stazione spaziale di "2001 Odissea nello spazio"
La stazione spaziale di "2001 Odissea nello spazio"
In una stazione spaziale fatta a "ruota di bicicletta" in 
rotazione un astronauta risente di una forza centrifuga che 
può simulare la gravità. Abbiamo visto però
che oggetti in movimento nella stazione spaziale risentono 
anche della forza di Coriolis. Tale forza produce effetti
sgradevoli, dal punto di vista della gravità simulata:
il "peso" (forza esercitata contro la parete che fa da 
pavimento) dipende dalla direzione del moto; un corpo che 
"cade" sente una forza laterale che gli fa percorrere una
traiettoria curvilinea, e così via. Abbiamo visto come
questi fenomeni si spiegano facilmente considerando il moto
di una biglia che si muove su una piattaforma rotante. 
Ad esempio, un moto uniforme nel sistema inerziale, si 
traduce in un moto a spirale nel sistema in rotazione. Il 
moto a spirale, nel sistema in rotazione, si ottiene come
effetto combinato della forza centrifuga, radiale, e
della forza di Coriolis, perpendicolare alla velocità
della biglia. 
Pendolo di Foucault e cicloni
Abbiamo considerato il caso di un pendolo al polo nord. 
Il piano di oscillazione è fisso rispetto al sistema 
inerziale delle stelle fisse ed è visto ruotare 
dal sistema solidale con la terra che ruota. Una rotazione 
simile si osserva a tutte le latitudini, tranne all'equatore, 
con periodo di rotazione che dipende dalla latitudine stessa.
Misure di questo tipo sono state fatte a Parigi da Foucault 
a metà dell'800 e sono servite a dimostrare la rotazione
della terra rispetto alle stelle fisse, con misure locali 
e non astronomiche. Un altro effetto visibile delle forze 
fittizie sulla terra è il moto delle masse atmosferiche
su grande scala. Abbiamo visto che la forza di Coriolis induce
rotazioni in senso anti-orario (cicloniche) nel caso di masse
d'aria che convergono verso zone di bassa pressione nell'emisfero 
boreale e in senso orario per masse d'aria che divergono 
da zone di alta pressione (anti-cicloni). La rotazione è
di verso opposto nell'emisfero australe. 
 
Lavoro di una forza
 
Abbiamo definito il lavoro come integrale del prodotto
scalare della forza che agisce su un corpo per lo spostamento
infinitesimo effettuato dal corpo stesso lungo una data 
traiettoria. Abbiamo visto il caso particolare del moto 
unidimensionale e quello di una forza costante. Il lavoro 
può essere positivo o negativo. Il lavoro è 
nullo se la forza è perpendicolare alla traiettoria. 
Il lavoro ha le dimensioni di massa per lunghezza al quadrato
diviso per il tempo al quadrato. L'unità di lavoro è 
chiamata joule (J). Si definisce la potenza come il lavoro 
per unità di tempo. La potenza si misura in watt,
pari a J/sec. 
Energia cinetica e teorema delle forze vive
Il calcolo del lavoro svolto dalla risultante delle 
forze che agiscono su un corpo che si muove lungo una 
traiettoria può essere fatto utilizzando la 
seconda legge di Newton. In questo modo si mostra che 
il lavoro fatto dal punto A al punto B è uguale 
alla differenza dei valori assunti dalla quantità 
(1/2)mv2 in B e A. La quantità 
(1/2)mv2 si chiama energia cinetica e il 
risultato ottenuto si chiama teorema delle forze vive.
Campi di forze
Abbiamo detto cos'è un campo di forze e abbiamo
visto alcuni esempi (forza elastica, gravità, gravitazione
universale). 
 
Forze conservative
Un campo di forze è conservativo se le forze dipendono
solo dalla posizione e se il lavoro fatto lungo un percorso tra
due punti A e B non dipende dal percorso, ma solo dai punti 
A e B. In tal caso abbiamo visto che si può definire 
un'energia potenziale in modo che il lavoro fatto dalla 
forza conservativa tra A e B è uguale all'energia
potenziale in A meno quella in B. Sommando l'energia 
potenziale di una particella alla sua energia cinetica e
usando il teorema delle forze vive si ottiene una 
quantità che si conserva: l'energia meccanica totale. 
In presenza di forze non conservative l'energia meccanica
invece non si conserva.
Energia potenziale elastica
Abbiamo considerato il caso della forza elastica, proporzionale 
alla distanza da un punto. Un semplice calcolo mostra che
l'energia potenziale associata a tale forza è proporzionale
alla distanza al quadrato. Il moto di una particella in un
potenziale quadratico è un moto armonico attorno alla
posizione di equilibrio. Negli estremi dell'oscillazione l'energia
potenziale è massima e l'energia cinetica è 
nulla, mentre nel passaggio dalla posizione di equilibrio 
l'energia potenziale è nulla e l'energia cinetica 
è massima. Abbiamo visto che la soluzione del problema 
del moto (la legge oraria) può essere ottenuta 
ricorrendo alla conservazione dell'energia meccanica anziché 
alla seconda legge di Newton. Abbiamo anche visto che la forza
in funzione della posizione è uguale a meno 
la derivata dell'energia potenziale rispetto alla posizione. 
   
Energia potenziale associata alla forza peso
Abbiamo considerato il caso della forza peso in prossimità 
della superficie terrestre. La forza è costante ed è
anche conservativa. Si può definire un'energia potenziale 
proporzionale alla quota misurata rispetto ad una quota di 
riferimento. La forza peso è uguale a meno la derivata
dell'energia potenziale rispetto alla quota. Abbiamo usato la 
conservazione dell'energia meccanica per calcolare la 
velocità di un corpo che cade da una certa altezza;
abbiamo visto che, in assenza di attriti, tale velocità
non dipende dal percorso di caduta (es.: dall'inclinazione
del piano su cui scivola).
Energia potenziale per un pendolo
Abbiamo scritto l'energia potenziale di un pendolo in funzione
dell'angolo rispetto alla verticale e abbiamo discusso cosa
succede se l'energia meccanica totale E è maggiore o
minore dell'energia potenziale massima. Abbiamo visto che 
per piccole oscillazioni attorno al minimo di energia potenziale,
l'energia meccanica ha la stessa forma quadratica dell'energia
di un oscillatore soggetto alla forza elastica. Dall'analogia
si ricava anche l'espressione del periodo di oscillazione. 
Forze centrali
Un campo di forze è centrale se la direzione delle forze
è radiale rispetto ad un punto assegnato (sorgente del 
campo) e se il modulo della forza dipende solo dalla distanza
da quel punto. Abbiamo dimostrato che se una forza è 
centrale allora  è anche conservativa. 
Energia potenziale gravitazionale
Abbiamo considerato l'interazione gravitazionale tra una massa
M (sorgente) e una massa m. Dato che la forza gravitazionale
esercitata da M su m è centrale, essa è anche 
conservativa. Abbiamo definito come energia potenziale gravitazionale
della massa m nel campo generato dalla massa M come il lavoro 
che si deve fare per portare la massa m dall'infinito fino ad
una distanza relativa r, lavoro fatto contro la forza del campo
gravitazionale. L'energia potenziale così calcolata
risulta essere -GmM/r. La forza gravitazionale risulta anche 
essere pari a meno la derivata dell'energia potenziale rispetto
alla distanza r. 
Linee di forza e superfici equipotenziali
Abbiamo visto come si può rappresentare un campo di 
forze in tre dimensioni, tramite le linee di forza e le superfici
equipotenziali. 
Momento angolare e momento delle forze
Abbiamo definito il momento angolare di una particella e il
momento delle forze che agiscono su una particella. Usando la 
II legge di Newton abbiamo dimostrato che la derivata temporale
del momento angolare di una particella è uguale al 
momento delle forze agenti sulla stessa particella. Nel caso di 
forze centrali il momento delle forze è nullo e quindi 
il momento angolare si conserva. 
Il problema di Keplero (prima parte)
Abbiamo impostato il problema del moto di una particella di 
massa m soggetta al campo gravitazionale di una massa M fissa. 
Il problema sarebbe risolvibile a partire dall'equazione del moto
(II legge di Newton). Cerchiamo invece la soluzione a partire 
dalle leggi di conservazione dell'energia meccanica e del 
momento angolare. Abbiamo visto dapprima che la conservazione 
del momento angolare ha come diretta implicazione la II legge di 
Keplero (nelle loro orbite ellittiche i pianeti spazzano aree
uguali in tempi uguali). Un'altra implicazione è che
il moto della particella si mantiene su un piano passante per 
la  massa M e individuato dai vettori posizione e velocità
iniziali. Abbiamo poi scritto l'energia meccanica separando la
parte cinetica in due contributi, l'uno corrispondente 
all'energia cinetica del moto radiale e l'altro a quella del 
moto angolare. Grazie alla conservazione del momento angolare, 
la parte angolare dell'energia cinetica può essere 
riscritta come L2/(2mr2). In questo 
modo l'energia meccanica può essere vista come la somma
di un'energia cinetica radiale più un'energia potenziale
efficace, somma di L2/(2mr2) e dell'energia
potenziale gravitazione -GmM/r. 
Il problema di Keplero (seconda parte)
 A partire dall'espressione dell'energia meccanica abbiamo
discusso qualitativamente i moti possibili di una particella
di massa m nel campo gravitazionale di una massa M fissa. A 
seconda dell'energia e del momento angolare si ottengono 
traiettorie legate (distanza compresa tra un valore minimo e 
un valore massimo) o libere (distanza che può diventare 
infinita). A parità di momento angolare l'energia meccanica minima 
ammessa è quella che compete ad un moto circolare uniforme. 
Abbiamo visto che l'energia cinetica associata al moto angolare
può essere anche intesa come energia potenziale centrifuga,
associata alla forza centrifuga che si dovrebbe aggiungere se si 
studiasse il moto nel sistema di riferimento che ruota assieme 
alla massa m attorno a M. Sempre a partire dalle leggi di 
conservazione abbiamo poi ricavato l'espressione generale per
le traiettorie possibili. Tale espressione coincide con 
l'equazione parametrica delle sezioni coniche: cerchio, 
ellisse, parabola, iperbole. La traiettoria della massa m 
è una di queste curve, scelta a seconda delle condizioni 
iniziali, cioè la posizione e la velocità della
particella o, equivalentemente, l'energia e il momento angolare.
In sintesi, le leggi (empiriche) di Keplero risultano essere dedotte dai
principi della meccanica newtoniana integrati dalla definizione
di forza gravitazionale. Esse rappresentano un caso particolare 
di moti spiegabili con le leggi di Newton.
 
A partire dall'espressione dell'energia meccanica abbiamo
discusso qualitativamente i moti possibili di una particella
di massa m nel campo gravitazionale di una massa M fissa. A 
seconda dell'energia e del momento angolare si ottengono 
traiettorie legate (distanza compresa tra un valore minimo e 
un valore massimo) o libere (distanza che può diventare 
infinita). A parità di momento angolare l'energia meccanica minima 
ammessa è quella che compete ad un moto circolare uniforme. 
Abbiamo visto che l'energia cinetica associata al moto angolare
può essere anche intesa come energia potenziale centrifuga,
associata alla forza centrifuga che si dovrebbe aggiungere se si 
studiasse il moto nel sistema di riferimento che ruota assieme 
alla massa m attorno a M. Sempre a partire dalle leggi di 
conservazione abbiamo poi ricavato l'espressione generale per
le traiettorie possibili. Tale espressione coincide con 
l'equazione parametrica delle sezioni coniche: cerchio, 
ellisse, parabola, iperbole. La traiettoria della massa m 
è una di queste curve, scelta a seconda delle condizioni 
iniziali, cioè la posizione e la velocità della
particella o, equivalentemente, l'energia e il momento angolare.
In sintesi, le leggi (empiriche) di Keplero risultano essere dedotte dai
principi della meccanica newtoniana integrati dalla definizione
di forza gravitazionale. Esse rappresentano un caso particolare 
di moti spiegabili con le leggi di Newton. 
Esercizio
Un proiettile viene lanciato in orbita dalla superficie di 
un pianeta con una certa velocità iniziale. Abbiamo 
calcolato il valore minimo della velocità necessario 
per lanciare il proiettile in un'orbita libera. Usando la
conservazione dell'energia abbiamo visto che tale "velocità 
di fuga" è indipendente dalla massa del proiettile e 
dipende solo dalla massa e dal raggio del pianeta. Abbiamo 
discusso il ruolo della velocità di fuga nel lancio 
dei satelliti artificiali, nella stabilità dell'atmosfera
gassosa attorno ai pianeti, e nell'esistenza di buchi neri. 
Il problema a due corpi
Se due particelle interagiscono soltanto tra loro, la dinamica
del moto relativo è descritta da un'equazione del 
moto per una singola particella avente massa ridotta. Abbiamo 
definito la massa ridotta e discusso qualche esempio 
(terra-luna, molla con due masse). 
Centro di massa di un sistema di particelle
Abbiamo definito la massa totale e la quantità di moto
totale di un sistema di particelle. Abbiamo definito il centro 
di massa del sistema, la sua velocità e la sua 
accelerazione. Come esempio abbiamo calcolato la posizione del
centro di massa del sistema terra-luna. Usando la seconda e la 
terza legge di Newton per 
ciascuna particella e distinguendo le forze esterne ed interne 
al sistema, abbiamo visto che la variazione di quantità 
di moto totale (prodotto della massa totale per la velocità 
del centro di massa) è uguale alla risultante delle sole 
forze esterne. Una conseguenza molto importante è che 
un sistema su cui non agiscano forze esterne (sistema isolato)
conserva la sua quantità di moto totale. 
Il moto del centro di massa
Abbiamo discusso qualitativamente alcuni esempi di moto del 
centro di massa: il sistema terra-luna che ruota attorno al 
sole, un martello lanciato nel campo di gravità, e i 
fuochi d'artificio. Come esempi di conservazione della
quantità di moto di sistemi isolati abbiamo discusso
il rinculo di una pistola nello sparo, il moto di due 
pattinatori su una lastra di ghiaccio che si spingono per
allontanarsi oppure si scontrano, e il meccanismo di spinta
di un razzo tramite l'espulsione di gas. 
Il sistema di riferimento del centro di massa
Nel caso di sistemi isolati conviene descrivere il moto delle
particelle utilizzando il sistema di riferimento inerziale
avente il centro di massa come origine. La quantità di moto
totale del sistema di particelle misurata nel sistema di riferimento 
del CM è nulla. Abbiamo visto in dettaglio il caso 
particolare di due particelle.
Momento angolare di un sistema di particelle
Il momento angolare totale di un sistema di particelle è
la somma vettoriale di tutti i momenti angolari di ciascuna 
particella, calcolati rispetto ad uno stesso punto
arbitrariamento scelto. Abbiamo mostrato che la derivata 
temporale del momento angolare del sistema è uguale 
alla somma dei momenti delle sole forze esterne che agiscono 
sulle particelle del sistema, calcolati rispetto allo stesso
punto. Nel caso in cui il momento delle forze esterne sia nullo, il 
momento angolare totale si conserva. Abbiamo visto l'esempio
della formazione del sistema solare per contrazione di una
nube di gas.  
Momento angolare di un sistema di particelle (seconda parte)
Abbiamo visto altri esempi di conservazione del momento angolare:
la scimmia, le banane e la carrucola, l'astronauta con l'avvitatore
elettrico, la pattinatrice, la stella di neutroni. Nel caso generale 
abbiamo visto che il momento angolare calcolato rispetto ad un 
generico punto O è uguale alla somma del momento angolare 
calcolato rispetto al centro di massa (momento angolare intrinseco) e
del momento angolare orbitale associato al moto del centro 
di massa rispetto al punto O. 
Energia meccanica di un sistema di particelle
L'energia cinetica del sistema è la somma delle energie
cinetiche delle particelle che lo compongono. Usando la legge
di composizione delle velocità si dimostra che l'energia
cinetica è la somma dell'energia cinetica delle particelle
misurata nel sistema del centro di massa e dell'energia cinetica
di una particella di massa pari alla massa totale del sistema 
e che si muove con la velocità del CM stesso. Questo 
risultato è noto come teorema di König. La 
variazione dell'energia cinetica totale del sistema è
uguale al lavoro totale compiuto dalle forze agenti sulle 
particelle. Se le forze interne sono conservative, possiamo 
definire un'energia potenziale del sistema, funzione delle
distanze relative tra le particelle, in modo che la
variazione dell'energia propria del sistema (energia cinetica + 
energia potenziale) risulta uguale al lavoro delle sole forze 
esterne Se il sistema è isolato, la velocità del 
CM è costante e il lavoro delle forze esterne è 
nullo. In tal caso l'energia totale del sistema, somma dell'energia
cinetica (interna) e dell'energia potenziale (interna) si 
conserva.  
Esercizio suggerito: es. 5.3 a pag. 152 di Dalba-Fornasini.
 Esercizio
Esercizio
Urto elastico di due masse in una dimensione, l'una inizialmente 
ferma e l'altra in moto con velocità assegnata. L'energia
cinetica totale si conserva per definizione di urto elastico. 
La quantità di moto totale si conserva perchè il
sistema è isolato. Le due leggi di conservazione permettono
di ricavare l'espressione delle velocità finali in funzione
della velocità iniziale e delle masse. Nel caso in cui una
massa è molto più grande dell'altra si ottiene 
un semplice rimbalzo dell'altra, come in un urto contro un muro.
Nel caso di massa uguali, quella inizialmente in moto si ferma e 
l'altra si mette in moto con la stessa velocità. Abbiamo 
visto che il centro di massa si muove di moto uniforme, senza 
risentire dell'urto. Abbiamo scritto le velocità iniziali e 
finali delle due masse nel sistema di riferimento del CM.  
Abbiamo visto il caso di più urti consecutivi di masse uguali e
l'esempio del pendolo di Newton. Abbiamo accennato a cosa succede
se gli urti sono anelastici. 
Esercizio
Una biglia cade da ferma da un'altezza iniziale h e 
rimbalza sul pavimento in modo che l'energia cinetica nell'urto
è pari a (1-f) volte quella iniziale, con f
positivo e minore di 1. Abbiamo calcolato qual'è 
la quota raggiunta dalla biglia dopo l'n-esimo rimbalzo e abbiamo
calcolato il tempo necessario a fermarsi. 
Esercizio suggerito: due biglie di massa uguale si trovano su un piano orizzontale liscio, una ferma e l'altra in moto con velocità iniziale assegnata. Le due biglie si urtano con un urto elastico. Discutere l'applicazione delle leggi di conservazione e dimostrare che dopo l'urto l'angolo compreso tra le due traiettorie finali è di 90 gradi.
Dinamica dei corpi rigidi
Un corpo rigido è un sistema di particelle in cui 
le distanze relative sono costanti nel tempo. Un corpo 
rigido può traslare e/o ruotare. I gradi di 
libertà sono 3 per la traslazione e 3 per 
la rotazione (due per individuare l'asse istantaneo di 
rotazione più uno per l'angolo di rotazione 
attorno all'asse stesso). 
Lastra piana
Abbiamo calcolato l'energia cinetica e il momento angolare
di una lastra rigida sottile che ruota attorno ad un asse 
ortogonale ad essa. Abbiamo visto come si può 
scomporre la velocità di ciascun punto della
lastra nella somma della velocità di traslazione di un 
suo punto A, scelto arbitrariamente, più la velocità 
di rotazione attorno ad A. Abbiamo mostrato che la velocità
angolare che entra in questa decomposizione non dipende dalla
scelta di A. Abbiamo visto che l'energia cinetica ha la forma
(1/2)I omega2, dove I è detto momento 
d'inerzia. Il momento angolare della piastra è 
direttamente proporzionale a omega e la costante di 
proporzionalità è il momento d'inerzia. Abbiamo
visto qual'è la relazione tra il momento d'inerzia 
calcolato rispetto ad un punto A generico e quello calcolato
rispetto al centro di massa della piastra. 
  
Corpo rigido che ruota attorno ad un asse fisso
Abbiamo calcolato il momento angolare di un corpo rigido che ruota
rispetto ad un asse fisso. Abbiamo visto che il momento angolare in
generale ha una componente lungo l'asse di rotazione, pari al 
prodotto di omega e del momento d'inerzia rispetto a quell'asse, e
una componente perpendicolare all'asse di rotazione. Abbiamo
visto l'esempio di un bilanciere costituito da due masse uguali
agli estremi di un'asta rigida di massa trascurabile. 
Abbiamo calcolato il momento angolare nel caso in cui il 
bilanciere ruota attorno ad un asse perpendicolare all'asta
e passante per il centro di massa e nel caso in cui ruota
attorno ad un asse generico, non perpendicolare all'asta. 
Assi principali d'inerzia
Ogni corpo ammette almeno tre assi indipendenti, detti
assi principali d'inerzia, aventi la seguente 
proprietà: quando un corpo rigido ruota con 
velocità angolare omega attorno ad un suo asse 
principale d'inerzia il momento angolare del corpo è 
parallelo al vettore omega, essendo entrambi orientati 
lungo l'asse di rotazione. La costante di proporzionalità
è il momento d'inerzia associato a quell'asse. Nel caso 
del bilanciere qualsiasi asse di rotazione perpendicolare 
all'asta che collega le masse è un asse principale 
d'inerzia. Ogni corpo ammette almeno tre assi principali 
d'inerzia. Per mantenere in rotazione il corpo a velocità 
angolare costante attorno ad un asse principale d'inerzia non
serve alcun momento di forze esterne. Al contrario, se l'asse di 
rotazione non e' uno degli assi principali d'inerzia, come
nel caso del bilanciere inclinato, allora il momento 
angolare ha componenti fuori asse che variano nel tempo e
che richiedono un momento delle forze esterne. La relazione
generale tra momento angolare e velocità angolare,
intesi come vettori, è di tipo "tensoriale": il 
momento angolare si ottiene applicando al vettore omega
un operatore tensoriale, detto "tensore d'inerzia".   
Energia cinetica e teorema di Steiner
Abbiamo calcolato l'energia cinetica di un corpo rigido che
ruota con velocità angolare omega attorno ad un asse 
passante per un punto generico O. Usando il teorema di König, 
abbiamo visto che essa può essere espressa come la somma 
di due termini: i) l'energia cinetica di rotazione, con la 
stessa omega,  attorno ad un asse passante  per il centro di
massa e parallelo al primo; ii) l'energia cinetica di una 
particella di massa M pari alla massa totale del corpo e che 
ruota attorno all'asse passante per 0. In termini di momento 
d'inerzia, questo implica che il momento d'inerzia può 
essere scritto come la somma del momento d'inerzia riferito 
all'asse passante per il CM più il prodotto di M per
il quadrato della distanza del CM dall'asse passante per O.
Questo risultato è noto come teorema di Steiner.
Equazione del moto
Traslazione e rotazione di un corpo rigido obbediscono alle 
leggi della dinamica dei sistemi di particelle: il centro 
di massa si muove come una particella di massa M soggetta
alla risultante delle forze esterne e la derivata temporale
del momento angolare totale del sistema è uguale 
alla risultante dei momenti delle forze esterne agenti
sul sistema. Per i corpi rigidi è però 
possibile formulare le stesse equazioni in modo più 
semplice. Se la rotazione avviene attorno ad assi principali 
d'inerzia, ad esempio, la variazione del momento angolare
nel tempo può essere scritta come il prodotto del
momento d'inerzia per l'accelerazione angolare, ottenendo 
un'equazione del moto per l'angolo in funzione del tempo
analoga all'equazione del moto per la traslazione, F=ma, 
dove F è sostituito con il momento delle forze
esterne e m dal momento d'inerzia. Un'equazione  simile
può essere scritta anche nel caso di rotazione attorno
ad un asse  qualsiasi, ma solo per le componenti dei 
vettori lungo quell'asse. Se il momento delle forze esterne 
è nullo il momento angolare si conserva. Abbiamo 
descritto cosa succede nel caso di una pattinatrice che 
ruota su se stessa allargando e stringendo le braccia. 
Pendolo fisico
   
Abbiamo scritto l'equazione del moto per un corpo rigido
appeso nel campo di gravità in un punto diverso dal 
CM. Abbiamo visto che il corpo compie oscillazioni attorno 
alla posizione di equilibrio, che coincide con la posizione
in cui il CM si trova sulla verticale passante per il 
perno. Per piccole oscillazioni l'equazione del moto ha soluzioni
armoniche con periodo che dipende dal momento d'inerzia. 
Il momento d'inerzia di un righello
Abbiamo eseguito il seguente esperimento. Abbiamo preso un 
righello da 60 cm, provvisto di un foro in prossimità 
di un estremo, e l'abbiamo fatto oscillare come un pendolo.
Abbiamo preso anche uno yo-yo, srotolato e fatto oscillare 
come un pendolo. Abbiamo aggiustato la lunghezza della corda
dello yo-yo fino ad ottenere un'oscillazione avente lo
stesso periodo di quella del righello, e abbiamo misurato 
la lunghezza della corda così ottenuta. Usando le
espressioni per il periodo di un pendolo semplice e di 
un pendolo fisico, ed eguagliandole, abbiamo dedotto che
il momento d'inerzia del righello è, a meno degli 
errori sperimentali, 1/3 del prodotto della massa del 
righello per il quadrato della sua lunghezza. Abbiamo
verificato che questo risultato coincide con il valore 
del momento d'inerzia ottenuto eseguendo il calcolo 
esplicito a partire dalla definizione. 
Esercizi (caldamente) suggeriti: Es. 6.4 a pag.201 e Es. 6.6 a pag.207 di Dalba-Fornasini.
Energia del pendolo
Abbiamo visto come si scrive l'energia meccanica di un 
pendolo fisico, somma dell'energia cinetica e dell'energia
potenziale. L'equazione del moto del pendolo può 
essere ottenuta imponendo la conservazione dell'energia.
Pendolo di torsione
Un filo sottoposto a torsione tende a ritornare nella sua
configurazione di equilibrio. Se al filo è appeso un
corpo rigido, la rotazione viene trasmessa al corpo stesso
tramite un momento di forze. Se il momento è proporzionale
all'angolo di torsione, allora si ha un "pendolo di torsione".
Abbiamo scritto l'equazione del moto (armonica) e 
calcolato l'energia meccanica in funzione dell'angolo di 
torsione.
Esempi di momenti d'inerzia
Abbiamo calcolato il momento d'inerzia per vari corpi 
rigidi: asta (rispetto ad un estremo e rispetto al CM), 
anello, disco, cilindro e sfera. Abbiamo considerato anche 
il caso di una porta rettangolare che ruota attorno ad un suo
lato. Abbiamo sottolineato l'analogia tra il momento d'inerzia
e la massa, che esprimono l'inerzia di un corpo rispettivamente
per le rotazioni e le traslazioni. 
  
Rotolamento di un corpo rigido
Abbiamo considerato una sfera o un cilindro che scendono 
rotolando lungo un piano inclinato. Abbiamo scritto le equazioni
per la traslazione del CM e la rotazione rispetto al CM. Abbiamo
aggiunto la condizione di puro rotolamento (accelerazione 
del CM uguale al raggio volte l'accelerazione angolare di 
rotazione). Combinando le tre equazioni si ottiene il valore
della forza d'attrito (volvente) e l'accelerazione, entrambi 
dipendenti dal momento d'inerzia. Abbiamo visto che, rotolando
sullo stesso piano,  una sfera ha un'accelerazione maggiore 
rispetto ad un cilindro. Abbiamo visto come si può 
interpretare questo effetto in termini di conservazione 
dell'energia meccanica (l'attrito volvente non compie lavoro):
l'energia potenziale si trasforma in parte in energia cinetica
di traslazione e in parte in energia cinetica di rotazione.
Nel caso particolare in cui l'inclinazione è di 90
gradi (caduta verticale), la condizione di rotolamento puro
rappresenta il comportamento di uno yo-yo. Abbiamo calcolato
l'accelerazione di caduta dello yo-yo nel caso in cui la corda 
si avvolga sulla parete esterna del disco, oppure su un 
cilindro interno di raggio minore. Nel caso dello yo-yo, inoltre, 
abbiamo discusso la non-conservazione della quantità 
di moto e la conservazione del momento angolare nell'urto 
a fine corsa. 
Statica dei corpi rigidi
Un corpo rigido inizialmente in quiete si mantiene in quiete se 
la risultante delle forze esterne è nulla e se la somma
dei momento delle forze esterne è nulla. Queste due 
equazioni esprimono le condizione per la statica di una corpo
rigido generico. Abbiamo visto l'esempio dell'equilibrio di 
una trave orizzontale appoggiata su due perni ai suoi estremi. 
Esercizi di statica
Condizioni di equilibrio per una trave orizzontale appoggiata
su due perni, con un uomo in piedi sulla trave stessa. Equilibrio
di una scala appoggiata ad un muro. Angolo minimo in funzione
del coefficiente di attrito statico nel punto di appoggio
inferiore, in assenza di attrito nel punto di appoggio superiore.
Considerazioni sulle leve. 
Giroscopi e trottole
Abbiamo visto cos'è un giroscopio. Abbiamo discusso il
comportamento di una trottola. Abbiamo parlato di precessione
e di nutazione. 
Oscillatori
Abbiamo riscritto l'equazione del moto per una particella soggetta
ad una forza elastica. Abbiamo poi considerato il caso di un 
oscillatore soggetto ad una forza di attrito proporzionale alla
velocità (oscillatore smorzato). Abbiamo visto che, per
piccolo smorzamento, le soluzioni dell'equazione del moto sono 
funzioni sinusoidali con ampiezza che decresce esponenzialmente 
nel tempo. Abbiamo fatto un cenno anche al caso di smorzamento 
critico e di moto sovrasmorzato. Infine abbiamo scritto l'equazione
del moto per un oscillatore sottoposto ad una forza esterna 
periodica. 
Oscillatore forzato e smorzato. Risonanza.
Abbiamo ricavato la soluzione dell'equazione del moto di un
oscillatore forzato e smorzato, come somma di una soluzione
transiente e una soluzione periodica avente la stessa frequenza
della forzante. L'ampiezza dell'oscillazione e lo sfasamento
rispetto alla forzante dipendono dalla frequenza di quest'ultima
in modo interessante: si ottiene un massimo di ampiezza quando
la frequenza della forzante è prossima alla frequenza
propria dell'oscillatore, cioè quella che avrebbe in 
assenza di forzante e di smorzamento. Questo effetto si chiama 
risonanza. Alla risonanza lo sfasamento è di 90 gradi,
in modo che la forzante si trova in fase con la velocità 
dell'oscillatore. Abbiamo visto che in tale situazione, la potenza
trasmessa all'oscillatore è massima. Abbiamo definito il 
fattore di qualità Q dell'oscillatore. Infine, abbiamo 
accennato alle molte applicazioni del concetto di risonanza.